lunedì 30 luglio 2007

I treni per le spiagge si arenano nel caos


di Redazione - lunedì 30 luglio 2007

Milano-Sestri Levante e Milano-Riccione in treno: una via crucis per raggiungere il mare. Arrivare in Liguria costa quasi quattro ore di disagi, fra convogli vecchi e sporchi, servizi igienici fuori uso e caldo asfissiante. Una vera e propria avventura alla quale, ogni fine settimana, si sottopongono migliaia di «pendolari delle vacanze». Sulla tratta fino a La Spezia i treni diretti sono pochi, ancora meno quelli di nuova generazione. Così, non rimane che affidarsi ai vecchi interregionali che, fermata dopo fermata, si riempiono fino all’inverosimile. E a destinazione non arrivano mai puntuali.

E anche chi si dirige verso la riviera romagnola deve prepararsi a un’odissea di almeno quattro ore, che il più delle volte, tra ritardi e disagi, arriva a sforare le cinque ore di viaggio. Un percorso interminabile reso ancor più estenuante dal caldo insopportabile - non c’è l’aria condizionata - e dall’affollamento delle carrozze. Situazioni intollerabili che molte volte sfociano in accentuati diverbi tra i turisti per accaparrarsi un posto a sedere lasciato libero.

venerdì 27 luglio 2007

mercoledì 25 luglio 2007

Pista anarchica per le bombe alle due banche


di Paola Fucilieri - mercoledì 25 luglio 2007

Colpire le sedi delle banche per protestare contro la sperimentazione sugli animali. Ci potrebbe essere una tematica ambientale-animalista di matrice anarchica dietro i «petardoni» scoppiati ieri all’alba, quasi in contemporanea, davanti all’agenzia del Monte dei Paschi di Siena all’angolo tra via Amedeo d’Aosta e via Pascoli e alla filiale della Barclays bank di corso Sempione. Non ci sono stati feriti. Gli investigatori della Digos sono molto restii a qualificare le due esplosioni come atti politici in piena regola (non è ancora arrivata una rivendicazione) ma anche a relegarli come semplici atti vandalici.

Nel frattempo verranno visionati le immagine registrate nei filmati delle telecamere all’esterno delle agenzie bancarie. C’è solo un testimone che ha visto che la bomba carta della Barclays bank è stata lanciata da un furgone verde in corsa.

I 54 fornai aperti d'agosto: lavori meno, incassi meglio



di CHIARA OLTOLINI

«Il pane non stanca mai, la carne sì», recita un vecchio detto lombardo. Fragrante o morbido, di grano duro o integrale, è il compagno insostituibile di tutti i pasti. Compresi quelli estivi. Per questo motivo è in aumento il numero di fornai che, ad agosto, scelgono di rimanere aperti. Nell'estate del 2006 se ne contavano una quarantina. Quest'anno salgono a 54. E saranno equamente distribuiti fra centro e periferia. I più fortunati sono i residenti in zona cimitero Monumentale, che potranno scegliere fra ben tre panettieri: "L'angolo del pane" in via Lomazzo, "Dell'Olio Mauro" in via Procaccini, "Raccis Laura" in via Fauchè. Non possono lamentarsi nemmeno gli abitanti di corso Vittorio Emanuele e dintorni: non chiudono il "Forno di Brera" in via Solferino, "Pattini Marinoni" sia in piazza Cadorna sia in corso Buenos Aires e "Vailati Lorenzo" in via Vitruvio. Accontentati pure i... continua...

martedì 24 luglio 2007

Milano, bombe-carta esplose all'alba contro due banche



di Redazione - martedì 24 luglio 2007

Milano -
Due esplosioni hanno svegliato questa mattina all’alba gli abitanti di due quartieri milanesi. Alle 5.40 due "grossi petardi", come li definisce la polizia, sono esplosi contemporaneamente davanti all’agenzia del Monte dei Paschi di Siena di via Amedeo D’Aosta, angolo via Pascoli, e all’agenzia della banca Barclays di corso Sempione 54. Le due esplosioni degli ordigni a bassa intensità hanno causato danni alle strutture mentre per il momento, come riferisce la polizia che sta conducendo le indagini, non vi è stata alcuna rivendicazione.

Sportelli aperti Le bombe carta, che dai primi riscontri pare fossero costituite da grossi petardi di produzione industriale, hanno danneggiato praticamente solo gli ingressi di entrambi gli istituti di credito. Le banche sono del tutto operative e i clienti vi hanno potuto accedere fin dalla regolare apertura. La polizia per ora non fa ipotesi su chi siano gli autori degli attentati, né sono ancora giunte rivendicazioni. Le esplosioni hanno svegliato gli abitanti delle zone che hanno dato l’allarme. Subito sono arrivati gli investigatori che hanno avvisato i responsabili della Barclays di corso Sempione e della Monte dei Paschi di via Pascoli.

In fiamme la sede dei City Angels: accuse ai rom


di Giacomo Susca - martedì 24 luglio 2007

Gli «angeli della città» sono abituati a stare nell’inferno della Stazione Centrale, ma alle fiamme che ieri in pieno giorno hanno distrutto la loro sede di piazza Duca D’Aosta non erano preparati. Un incendio si è sviluppato intorno alle 12 nel container che fa da base operativa ai City Angels, lasciando un cumulo di cenere e macerie. Ormai inutilizzabili radio, cellulari, divise; vestiti e riserve di cibo per i senza fissa dimora. Danno stimato, 10mila euro per 20 metri quadrati. I vigili del fuoco e le forze dell’ordine non hanno potuto far altro che spegnere il rogo e mettere in sicurezza l’area con delle transenne. I primi accertamenti riferiscono di un possibile incidente dovuto a un corto circuito. Nessuna pista comunque è esclusa.

Mario Furlan, fondatore e presidente della squadra di soccorso per gli emarginati che gravitano attorno allo scalo milanese, nutre più che un dubbio sulla ricostruzione: «Ieri gli uffici dovevano aprire alle 17, per fortuna non c’erano operatori all’interno. Questo però significa che le uniche cose che potevano essere accese, cioè le luci o l’aria condizionata, erano spente». Inevitabile allora «fare dei collegamenti. Alla polizia che mi chiedeva se avessi notato qualcosa di strano prima dell’incendio - aggiunge Furlan - ho risposto sinceramente: da mesi riceviamo minacce dalle bande di borseggiatori romeni che si muovono proprio di fronte a quello che resta della nostra sede». Li chiamano «piraña», i ragazzini rom che sfilano i portafogli a pendolari e turisti in piazza Duca d’Aosta. I City Angels sono arrivati a denunciare 400 scippi al giorno. Un racket dello sfruttamento «scientificamente» organizzato, come testimoniano anche i gruppi di lavoro degli assessorati Sicurezza e Servizi sociali. «Negli ultimi tempi le intimidazioni si sono fatte più pressanti. Da sabato, poi, abbiamo iniziato il servizio di accoglienza ai viaggiatori della stazione: la nostra presenza dà fastidio a chi regge i fili della criminalità. Tanto che erano stati costretti a spostarsi fin sui binari o nella metrò di Cascina Gobba. Abbiamo contribuito ad allontanarli anche da lì». Infine ammette: «Ora mi spiego tutto».

Il vicesindaco Riccardo De Corato esprime solidarietà. «Un gesto simile desta enorme rabbia. Le ripetute minacce lasciano aperte altre possibilità. Solo gli accertamenti potranno fare maggiore chiarezza». Intanto l’assessore al Turismo, Massimiliano Orsatti, offre ospitalità ai volontari nel Centro d’aiuto del Comune al piano terra dell’ala Ovest, mentre Grandi Stazioni sostituirà la struttura distrutta.

Centrale: va in fiamme la sede dei City Angels



di Giacomo Susca - martedì 24 luglio 2007

È «giallo» sul rogo che ieri mattina ha distrutto la sede dei City Angels in Stazione Centrale. Nessun ferito ma danni per almeno 10mila euro, tra radio e cellulari, vestiti e cibo per i senza tetto. I vigili del fuoco non escludono alcuna ipotesi, anche se sembra probabile un corto circuito all’interno del container. Mario Furlan, presidente dell’associazione, non è convinto della ricostruzione: «Abbiamo ricevuto diverse minacce negli ultimi tempi, da quando non abbiamo dato tregua alle bande di borseggiatori rom in piazza Duca D’Aosta». Il vicesindaco De Corato esprime solidarietà e ritiene quanto accaduto «preoccupante», in attesa di accertamenti sulle cause dell’incendio. L’assessore Orsatti offre ospitalità nel Centro d’aiuto del Comune.

Le 15 pizze più buone «Altro che la cotoletta»



di TOMMASO FARINA

Cucina milanese o no, i meneghini sanno infervorarsi culinariamente anche attorno a pietanze che non siano risotto e cotoletta. Sul blog www.02blog.it, che è un po' la "sezione Milano" del network blogo.it, tempo fa fu lanciata una discussione che si è protratta sino ad oggi: qual'è "La pizza migliore di Milano, zona per zona"? E giù un parere via l'altro, con suggerimenti di indirizzi ma anche numerose lamentazioni di delusioni, senz'altro più frequenti che in altri tipi di locali. Milano, si sa, purtroppo non è Napoli: e tra le argomentazioni dei napoletani, per ribadire la superiorità della "loro" pizza, si rivendica la qualità dell'acqua partenopea come elemento fondamentale di riuscita. Oggi, a Milano, la vera pizza alla napoletana, ossia non gigantesca, non sottile come un'ostia, e con un bel "cornicione" tutt'attorno, è officiata da gente che la sa far bene (e attorno ai forni ci sono quasi sempre italiani). continua...

Colonne, transenne fino a settembre


di Redazione - martedì 24 luglio 2007

Le colonne restano «blindate» fino al 15 settembre e, insieme alle transenne, verranno mantenuti anche i divieti previsti dall’ordinanza di giugno. Ad annunciarlo, ieri, il sindaco Letizia Moratti che, insieme all’assessore Giovanni Terzi, ha presentato una serie di iniziative, a partire da questa sera, per «animare la piazza nel rispetto delle regole». E, se il buon senso non dovesse bastare, una campagna informativa dello Ied servirà a «rinfrescare» la memoria sui divieti contenuti nell’ordinanza. «Abbiamo fatto un percorso proprio insieme a quei giovani che in un primo momento hanno contestato l’ordinanza» ha detto Letizia Moratti, accolta al suo arrivo da alcune giovani punk che si sono messe in posa con lei davanti ai fotografi. Pace fatta, almeno per il momento, con il «popolo della notte». Unico neo della vicenda, quello dei graffiti: «Solo la metà dei residenti ha accettato di far ripulire i muri a spese del Comune. È sintomo di scarso senso civico» ha detto la Moratti.

lunedì 23 luglio 2007

Polizia e Carabinieri a fianco della Polizia locale

Pattugliati i parchi a rischio

* Si rafforza l'operazione "Verde Sicuro". Da ieri 30 agenti delle forze dell'ordine e 20 vigili in servizio. Dalla comunità peruviana una lettera di solidarietà ai "ghisa" aggrediti
Sarà una "gruppo d'intervento interforze" quello che vigilerà sui parchi cittadini considerati più a rischio. Gli agenti della Polizia locale già impegnati nell’operazione "Verde Sicuro" avranno il supporto della Polizia di Stato e dei Carabinieri. A partire da ieri, infatti, i controlli sono stati potenziati e intensificati con presidi fissi dalle 13 alle 24. In particolare, l'operazione vede operare 10 Carabinieri al Parco Trenno e 10 poliziotti al Parco Galli. Il Parco Cassinis è stato assegnato a 10 vigili e 10 poliziotti mentre 10 agenti della Polizia Municipale sono destinati alle necessità, così come ha spiegato il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.
“Dopo gli ultimi episodi al Parco Cassinis e al Parco Galli – ha sottolineato De Corato - si è reso necessario e indispensabile il rafforzamento del presidio nelle aree verdi per garantire il rispetto delle regole ed evitare l’aggravarsi della situazione. Con questa disposizione si è data risposta a quanto richiesto dal Comune durante l’ultimo vertice in Prefettura, dando piena attuazione all’articolo 8 del Patto Sicurezza, che prevede iniziative che durante la stagione estiva consentano ai cittadini una migliore vivibilità della città, anche attraverso servizi in parchi, piazze e luoghi di ritrovo nelle ore di maggiore concentrazione".

“Un potenziamento – ha continuato De Corato – che nasce dalla volontà di dare un forte segnale di legalità, confermando che a Milano zone franche non sono più tollerate. In tal senso i singoli Comandi di zona della Polizia Municipale – ricorda il vice Sindaco – saranno impegnati negli altri parchi cittadini, per far fronte a possibili necessità”.

"I parchi – ha concluso De Corato - devono essere restituiti ai fruitori, ovvero a tutti i cittadini che desiderano utilizzare gli spazi verdi nel pieno rispetto delle regole di convivenza civile. Dunque anche a tutti gli immigrati che nelle aree verdi riconoscono punti di aggregazione sociale, senza arrecare danno e disagi agli altri fruitori, perchè rispettosi della legalità. Ne è prova la lettera di solidarietà ai vigili feriti al Parco Cassinis, che mi ha inviato il Centro di integrazione in rappresentanza della comunità peruviana, nella quale si esprime un forte distacco dalla violenza aggressiva esplosa ai danni degli agenti e una severa condanna alla condotta irresponsabile di un gruppo di persone che hanno causato un danno irreparabile alla comunità".

* tratto da www.comune.milano.it

Darsena, una palude infestata dalle zanzare



di Redazione - lunedì 23 luglio 2007

Da qualche anno a questa parte, la Darsena, l’antico porto di Milano, si trasforma in un ricettacolo di insetti e di cattivi odori. Questo da quando sono iniziati gli scavi per la costruzione del parcheggio sotterraneo, ancora «in mano» alla sovrintendenza. E mentre quest’estate il problema sono le zanzare che tengono sotto scacco residenti, turisti e gli avventori dei locali all’aperto, l’anno scorso a far da padrone era l’odore di acqua stagnante, che con il caldo diventava insopportabile. D’altronde basta uno sguardo per immaginare che una folta comunità di zanzare e insetti di vario genere possa proliferare nello specchio «verde» della vecchia Milano: muschio, erba incolta, e pozze d’acque, la vegetazione che cresce rigogliosa nell’acqua stagnante della Darsena.

Esasperati i residenti, che sostengono che le zanzare siano molto più numerose degli anni passati, tanto da diventare una vera e propria emergenza: «Come potrebbe essere diversamente visto lo stato di abbandono della Darsena, diventata una vera e propria palude negli ultimi mesi?» si chiede Mauro, residente in via Mortara. «Quando si fa sera - gli fa eco la moglie Ines - vediamo nubi di insetti che si aggirano sull’acqua sporca e immobile per tutto il giorno». In difficoltà anche i gestori dei locali: «Forse è meglio chiedere al Comune perché la Darsena è in quello stato - si lamenta un cameriere dell’osteria del pallone. La sera ci difendiamo come possiamo, piazzando un po’ ovunque zampironi per proteggere i clienti».

«Dopo il problema del degrado e del rumore notturno, dobbiamo subire anche questo disagio - denuncia Gabriella Valassina, del comitato dei Navigli - dovuto alla scarsa manutenzione delle sponde di tutti i Navigli».

L’estate in città è più facile: 225 market aperti in agosto


di Redazione - lunedì 23 luglio 2007

Forse questa estate Milano non si trasformerà nel solito deserto. Ben 225 negozi resteranno a disposizione dei lavoratori costretti a restare in città.

Salutati amici e parenti partiti per le vacanze, i milanesi che ad agosto continueranno a lavorare possono dimenticare l’incubo degli anni passati, quando per fare un po’ di spesa dovevano consumare un pieno di benzina. Le saracinesche resteranno alzate per 181 alimentari e 44 punti vendita di altro tipo.

Sono i negozi aderenti a Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle imprese della Grande distribuzione organizzata. Tra questi, ben 164 offriranno anche il servizio a domicilio e altri hanno già pensato ad attivare agevolazioni per anziani e disabili. Per questo il Presidente di Federdistribuzione, Paolo Barberini, parla di un «servizio sociale» dedicato alle persone che nei mesi estivi si trovano in situazioni particolarmente difficili. «Pensiamo ad esempio ai più anziani - riflette Barberini - che altrimenti dovrebbero percorrere lunghe distanze sotto il sole per arrivare a un negozio aperto e che possono anche trovare un’occasione di sollievo dall’afa estiva». Quindi sottolinea l’importanza dei centri commerciali: «Sono diventati sempre più dei veri e propri poli di aggregazione, dove famiglie e ragazzi trascorrono parte del loro tempo libero. E questo vale a maggior ragione in agosto, quando anche l’offerta di intrattenimento in città diminuisce».

Non solo durante la settimana: molti punti vendita non chiuderanno neppure la domenica. Ecco il programma delle aperture: nella prima domenica d’agosto rimarranno aperti 154 negozi, nella quarta 158. Durante il periodo centrale del mese, il momento più critico di tutta l’estate, i milanesi rimasti in città potranno comunque contare su venti punti vendita dove poter fare gli acquisti necessari. Tutte queste botteghe saranno localizzate nella zona 1, il centro della città, l’unica dove l’apertura è consentita. «Tenere le saracinesche alzate degli esercizi commerciali nei periodi in cui storicamente le città sono meno popolate - continua Barberini - è un impegno che le aziende aderenti a Federdistribuzione vogliono assumersi per continuare a garantire un servizio di vitale importanza per i consumatori». Un servizio che in una città come Milano in passato non sempre è stato garantito. Una magra consolazione - penseranno i milanesi costretti alla scrivania dell’ufficio anche ad agosto. Una prestazione necessaria, per tutti gli anziani che rimarranno soli in città.

venerdì 20 luglio 2007

Padre Bossi: «Auguri mamma, ci vediamo presto»


di Redazione - venerdì 20 luglio 2007

La sorella di padre Giancarlo Bossi, Pinuccia, lo aveva scritto sul blog del Pontificio Istituto Missioni Estere solo pochi giorni fa: il regalo più bello per loro madre sarebbe stata la liberazione del missionario proprio nel giorno del suo 87esimo compleanno. Così è stato. Eppure ad Amalia, donnina alta sì e no 1 metro e 50 seduta per l'occasione a capotavola nella sua abitazione di Castelletto di Abbiategrasso, sarà sembrata strana tutta quell'euforia che, nella tarda serata di ieri, si è impossessata dei suoi familiari. Lei che nulla sapeva del rapimento del figlio - «Troppo anziana per dirglielo», hanno spiegato fin da subito i parenti - si è sentita stranita in casa sua: impossibile comprendere il perché di quei tanti volti estranei che, pian piano, hanno fatto ingresso nell'atrio dell'appartamentino al secondo piano di via Verbano. Allora pure le campane suonavano a festa per il suo compleanno. E quella telefonata dalle Filippine fatta proprio da padre Giancarlo Bossi è sembrata una delle tante ricevute da quella terra lontana il giorno del suo compleanno: «Auguri mamma, ci vediamo presto». Già, lo vedranno e riabbracceranno presto i suoi familiari Padre Giancarlo Bossi: «Quando ci ha telefonato - ha spiegato il marito della sorella del missionario, Enrico Somaini - era su una camionetta assieme a quattro militari dell'esercito filippino. Ci ha detto di stare bene, e che era diretto a Zamboanga, da dove forse verrà trasferito ad Hong Kong (...)

«Rom, stato d’emergenza come a Lampedusa»



di Redazione - venerdì 20 luglio 2007

Mariolina Moioli, assessore alla Politiche sociali di Palazzo Marino, non si scompone davanti al fallimento della prima commissione di Comune e Provincia sull’emergenza rom. Tira dritto sulla strada dell’accoglienza in cambio di legalità, sancita dal Patto, «che però non equivale all’immunità per i delinquenti». «Noi facciamo il possibile e anche di più, ma il governo nazionale deve intervenire. Abbiamo preparato una lettera con la lista delle priorità. Servono risorse straordinarie per far fronte agli arrivi, non si può ignorare che Milano sta vivendo in questi mesi un autentico stato d’emergenza». Intanto non si ricompone la frattura istituzionale. Filippo Penati non ha digerito l’impasse e promette di scrivere a Letizia Moratti «per esprimere il disappunto per una vicenda che ha del paradossale: siamo stati chiamati a collaborare per poi essere messi alla porta». Sintetizza Giulio Gallera (Fi): «È solo la prova che in Provincia non la pensano come noi sulla sicurezza».

Il sindaco tira dritto sulla pollution charge nonostante i malumori della Cdl. Slitta ancora (a lunedì) la delibera sulla mega fusione Aem-Asm «Ticket


di Giannino della Frattina - venerdì 20 luglio 2007

«Il ticket? Certo che sarà presentato in giunta». E lo stop di Forza Italia? «Nessuno mi ha comunicato nulla. La partenza? In autunno, è già tutto pronto. E per quanto mi riguarda non sarà un provvedimento di facciata, tanto perché c’era nel programma elettorale». Tira dritto Letizia Moratti alla vigilia della giunta di questa mattina. Con qualche gufo che addirittura ipotizza una crisi. Ma lei, il sindaco, fa capire chiaro che non ha nessuna intenzione di mollare. Soprattutto di fronte a un centrodestra che assomiglia sempre di più a una torre di Babele in cui tutti parlano una lingua diversa e nessuno sembra più saper ascoltare. Come dimostra il vertice di sabato scorso a casa Moratti, con i colonnelli della Cdl usciti soddisfatti con tanto di comunicato congiunto. Salvo poi scoprire, ognuno tornato alla sua di casa, che come diceva Bartali, gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare. A farne le spese la mega fusione Aem-Asm, le municipalizzate dell’energia milanese e bresciana il cui matrimonio continua a essere rinviato. (...)

Ghisa troppo severi E Forza Italia "li ritira" da Corso Sempione



di CARLO SALA

«Quella di De Corato è una politica vecchia, roba di 20 anni fa». Ci va giù duro Alan Rizzi. A nome di tutta Forza Italia, sollecita il vicesindaco a «togliere i vigili da Corso Sempione per utilizzarli nelle zone di periferia, nei parchi, dove sono più utili». A motivare la presa di posizione sono i dati sulle multe di fronte ai locali nell'area dell'Arco della Pace, le testimonianze di chi s'è visto sfilare di tasca dai 36 euro in su anche solo per essere rimasto ad attendere che la propria fidanzata smontasse dal servizio in uno dei locali della zona. «Ne abbiamo discusso coi residenti e coi commercianti della zona qualche settimana fa - racconta il consigliere comunale - e ci eravamo trovati tutti d'accordo: noi aumentavamo il numero delle parigine (i paletti che ostacolano le auto), i commercianti sponsorizzavano la manutenzione delle aiuole». Alle parole, però, non sono seguiti i fatti. continua...

CIAK, SI DEVASTA



Alcuni fotogrammi del video, in senso orario a partire da quello in alto a sinistra: tifosi... continua...

giovedì 19 luglio 2007

Comune e Provincia, dialogo impossibile. Sui nomadi è rissa


di Giacomo Susca - giovedì 19 luglio 2007

(...) Il presidente dei lavori per le Politiche sociali, il capogruppo di Fi in consiglio comunale Aldo Brandirali, sperava in un confronto costruttivo viste le recenti posizioni del presidente Filippo Penati in materia di nomadi e controllo dell’immigrazione. E invece a metà seduta le speranze ha lasciato posto alla delusione. Perché la delegazione della maggioranza di centrosinistra a Palazzo Isimbardi si è presentata al tavolo con «gli atti ufficiali prodotti dall’assemblea provinciale». Due paginette datate primo marzo - cioè subito dopo il polverone di Opera - di quest’anno in cui l'assessore ai Diritti dei cittadini, nomadismo e diritti di asilo Francesca Corso, mette nero su bianco un biennio di strategie per il sostegno alle comunità rom e sinti. Il portavoce diessino Roberto Modugno elenca le priorità della giunta Penati. «Favorire il processo di integrazione delle popolazioni nomadi ospitate nei diversi Comuni del territorio provinciale; affermare il diritto di cittadinanza e sperimentare percorsi di partecipazione; valorizzare il volontariato sociale; coinvolgere i rappresentanti delle comunità». E via di seguito. Infine giusto un accenno «alla necessità di azioni condivise» e alla delibera in calendario dopo l’estate con cui la Provincia destinerà un fondo di un milione di euro alla sicurezza nell’area metropolitana. Brandirali è «sconfortato dalla mancanza di condizioni per il dialogo: la delegazione non ha fatto alcun riferimento alla linea dura tenuta da Penati negli ultimi vertici con prefetto, questore e istituzioni locali. Nel loro documento c’è solo spazio per accoglienza e solidarietà incondizionata, mentre non compaiono problemi di sicurezza e di ordine pubblico».

In altre parole le anime massimaliste della maggioranza che appoggia Penati avrebbero sconfessato le ultime uscite del presidente. Gianfranco De Nicola, capogruppo di An in consiglio provinciale, rincara la dose: «Siamo stati gli unici ad opporci a quell’ordine del giorno. Un documento “vuoto” che prende in giro i cittadini vagheggiando di rispetto della legalità insieme alla promessa di futuri interventi di inclusione e persino di nuovi insediamenti. Lo strabismo della sinistra - continua De Nicola - dimostra che i consiglieri di maggioranza in Provincia non hanno ancora capito in cosa consista il problema dei nomadi. Tutto questo si ripercuoterà sui cittadini che chiedono sicurezza, se sono nella sfortuna di abitare vicino a un campo nomadi».

La situazione precipita quando Marco Granelli dell’Ulivo accusa Brandirali e il governo di Palazzo Marino di rifiutare la collaborazione. L’interessato salta su tutte le furie e interrompe la seduta. «Atteggiamento incomprensibile, maleducato e irrispettoso» per la vicepresidente del consiglio provinciale Arianna Cavicchioli. Difficile immaginare una seconda possibilità.

Treno trancia filo della tensione: Centrale nel caos


di Redazione - giovedì 19 luglio 2007

Puro caos, quello che ieri è andato in scena in Stazione Centrale. Il principale scalo ferroviario milanese è rimasto infatti quasi totalmente paralizzato dalle 17 alle 19, causando numerosi ritardi e la soppressione di alcuni collegamenti. Il tutto per un incidente, avvenuto verso le cinque del pomeriggio, che ha interrotto l’erogazione di corrente elettrica ai primi 17 binari: un treno senza passeggeri, durante le operazioni di rientro in stazione, ha tranciato con il pantografo - la struttura metallica posta sul tetto della motrice - un cavo dell’alta tensione, mandando in black out quasi tutta la Centrale. A peggiorare la situazione, l’afa opprimente di questi giorni, che ha fatto esplodere gli animi dei passeggeri. «Lavoro qui da anni - ha dichiarato spossato un dipendente Fs addetto all’assistenza clienti - ma una situazione simile non l’avevo mai vista». (...)

Tassa rifiuti: niente aumenti per 4 anni


di Giannino della Frattina - giovedì 19 luglio 2007

Dopo un’infuocata seduta del consiglio comunale sul conferimento di Amsa in Aem (con Letizia Moratti che richiama il centrodestra alla compattezza e arriva addirittura a minacciare le dimissioni in caso di un voto non unanime), è passato ieri l’emendamento di An che impegna a non aumentare la Tarsu, l’imposta sui rifiuti, «almeno fino al 2011». «Grande vittoria di An - esulta Carlo Fidanza - Diciamo grazie al sindaco. La dimostrazione che si può fare un’importante aggregazione industriale senza gravare sulle tasche dei milanesi». Ma la famiglia Moratti si spacca sul conflitto d’interessi. Tema il Cip6, gli incentivi governativi destinati alle energie rinnovabili e quindi alle aziende impegnate nel settore, fra cui la Saras di casa Moratti. Durante la discussione, Letizia (moglie di Gianmarco) auspica una modifica della decisione del parlamento di interrompere i finanziamenti. Scelta contestata dall’opposizione, con Giovanni Colombo (Ulivo) che rimprovera il centrodestra di appoggiare incoerentemente politiche assistenzialiste. Ma, dai banchi dell’opposizione, la cognata Milly (moglie di Massimo) lascia l’aula. «Il Cip6 interessa anche le attività della mia famiglia e quindi non parteciperò ai lavori». Oggi dovrebbe finalmente essere il giorno della fusione di Aem con la bresciana Asm.

Picchiate e violentate Le donne rom sotto scorta



di CAMILLA MONTELLA

Si parla di maltrattamenti alle donne e si pensa subito al mondo islamico. Ma non esiste solo il burqa e non è necessario scomodare la religione per trovare ragazze che subiscono la prepotenza degli uomini. Basti pensare che ci sono ragazze rom incinta a 13 anni o costrette a prostituirsi o picchiate di continuo quando non portano a casa l'incasso dei furti della giornata. A Milano ci sono almeno dieci minorenni in gravidanza che il Comune tiene in strutture segrete e che non vogliono tornare nel campo da cui vengono perché hanno paura. L'assessore alle Politiche Sociali, Mariolina Moioli, non può dire di più di queste adolescenti perché «se le trovano le ammazzano», ma ha deciso che vanno aiutate. Perché se da una parte rimane valida la decisione di schedare e allontanare gli zingari che risiedono in città per più di tre mesi senza lavorare, dall'altra «bisogna trovare delle soluzioni per donne e bambini». continua...

Più di mille multe a settimana Fuga dal Sempione



di FABIO CORTI

Il vicesindaco De Corato l'aveva detto chiaro e tondo: «All'Arco della Pace daremo un giro di vite». Più ghisa, più controlli e più multe. Obiettivo, ridurre il numero delle auto in sosta selvaggia a ridosso di piazza Sempione. Una sfilza di doppie e triple file riconosciuta da anni come punto fermo per l'estate meneghina. Tanto quanto l'afa e le zanzare. «Facciamo fatica a passare con le nostre vetture», lamentavano i residenti oltre a sottolineare «il baccano che non ci fa dormire». Dal quattro giugno a oggi, notte dopo notte, la polizia locale ha elevato 5678 contravvenzioni per divieto di sosta. Un'ecatombe di foglietti sui parabrezza e punti patente. MALUMORI Dall'ora dell'aperitivo fino al bicchierino della staffa (che per legge dev'esser trangugiato entro le 2 del mattino) il viavai, effettivamente, c'è. Lo confermano le statistiche: nella prima settimana di "tolleranza zero" (4-10 giugno) e nell'ultima (9-15 luglio) il risultato è stato lo stesso. continua...

mercoledì 18 luglio 2007

Penati: «Via i nomadi». Poi gli compra casa


di Gianandrea Zagato - mercoledì 18 luglio 2007

È ancora arciconvinto che i rom debbano vivere a casa loro. Filippo Penati non cambia idea: la delinquenza «non nazionale» è per il Nord una piaga come la mafia lo è per il Sud. Refrain del presidente della Provincia che, alla presentazione della manifestazione ProXPro, vagheggia di «sicurezza» e invita all’«espulsione» di quell’esercito di diecimila e più nomadi che alimentano criminalità e creano allarme sociale.

Messaggio che provoca viva reazione tra le anime belle della sinistra radicale, con tanto di assessore al nomadismo pronto a dare battaglia contro l’inquilino di Palazzo Isimbardi. Ma i supporter dell’illegalità possono dormire sereni e tranquilli: «Sì, Penati vorrebbe deportare i rom a casa loro ma lo sostiene solo a parole perché si sente già in campagna elettorale e lo tsunami delle amministrative l’ha un pelino preoccupato» chiosa Forza Italia. Come dire: Penati reclama tolleranza zero sui rom ma solo a parole, per fini elettorali. La prova? Una delibera della giunta provinciale prevede «l’acquisto di n. 4 appartamenti situati al civico 27 di via Varanini a Milano, già locati alla Provincia di Milano (...)

Una banca dati interforze per i nomadi


di Redazione - mercoledì 18 luglio 2007

Carabinieri, Guardia di finanza e vigili urbani «sui banchi di scuola» per imparare a gestire il pesante flusso migratorio di romeni e bulgari, con particolare attenzione ai primi. Luogo, la questura, docente, Giuseppe De Angelis, dirigente dell’ufficio stranieri.

La problematica non è di poco conto: da sei mesi i rom balcanici possono entrare liberamente nel nostro Paese e non sono più «espellibili». O meglio nei loro confronti potrebbe essere applicato il famoso articolo 20, vale a dire l’inottemperanza all’obbligo da parte dei comunitari a regolarizzarsi entro tre mesi. Ma non essendo più necessario il passaporto, su cui veniva applicato il timbro con la data d’ingresso, ma solo la carta d’identità è impossibile attestare il momento dell’entrata. Difatti se entro 90 giorno lo straniero non ha eletto un domicilio, motivata la sua presenza e spiegato come provvederà al suo sostentamento può essere spedito a casa.

Potrebbe però, perché in realtà non ci sono sanzioni penali ma solo pecuniarie. Pertanto c’è il rischio che tutto resti lettera morta. «Però - hanno convenuto le forze dell’ordine - almeno proviamoci» con iniziative adeguate ma soprattutto uniformi. Vale a dire schedare ogni intervento nei confronti di questi stranieri, scambiare le informazioni tra le diverse polizie, creare uno «storico» sui loro movimenti. In tal modo si spera quanto meno di arrivare a provare la loro permanenza oltre i famosi 3 mesi e tentare in qualche modo ad allontanarli. Anche se questa procedura varrà solo per Milano e provincia. Quando gli stranieri dovessero spostarsi, già tutto diventerebbe più difficile. Quanto meno in attesa che a livello centrale venga cambiata la normativa.

Il sindaco dichiara 183mila euro, la cognata Milly 16mila. Gradnik ha venduto la Porsche ma conserva la Mini e Palmeri uno scooter che ieri però gli h


di Giannino della Frattina - mercoledì 18 luglio 2007

(...) Reddito imponibile (anno 2005), case e beni immobili, elenco di azioni e partecipazioni in società, spese elettorali, perfino l’auto o la moto posseduta. «Per la prima volta - spiega il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri - i dati di reddito e patrimoniali degli eletti sono a disposizione di tutti. Una scelta coerente con il nostro obiettivo di rendere non solo pubblici, ma anche facilmente accessibili i documenti. Si deve giungere alla realizzazione di un Albo pretorio digitale che metta in rete ogni documento (delibere, mozioni, ordini del giorno, interrogazioni) di competenza del consiglio».

Per ora ci sono i redditi. Con Carlo Montalbetti (Lista Ferrante) a inseguire, seppur a debita distanza, Silvio Berlusconi. Per lui 260mila euro con cui supera anche il sindaco Letizia Moratti «ferma» a 183mila. In compenso si avvicinano ai 4 milioni di euro le sue «spese elettorali», mentre il suo rivale, l’ex prefetto Bruno Ferrante, dichiara 96mila euro e ne ha impiegati 268mila (14 volte di meno) in campagna elettorale. Almeno a guardar l’Irpef, la Moratti perde il confronto con il suo predecessore Gabriele Albertini che nel 2005 dichiarava 290mila euro, un corposo portafoglio di azioni, una Bmw 316 Compact del 1998 e una Vespa 150. In buona posizione, con i suoi 130mila euro il vicesindaco Riccardo De Corato che essendo senatore riceve a Roma il suo stipendio. Di poco alle spalle del sindaco c’è Paolo Gradnik, capogruppo della Lista Moratti. Farmacista da 178mila euro, ma anche fondatore e presidente del Banco Farmaceutico, l’onlus che distribuisce farmaci da banco alle associazioni che aiutano persone disagiate. Per lui casa a Milano e a Camogli, ma l’anno scorso ha venduto la Porsche. Conserva Mini e Vespa. Tra i «poveri» del consiglio anche Milly Moratti, moglie di Massimo presidente dell’Inter e cognata di Letizia che quest’anno sale dall’ultima alla terzultima posizione con poco più di 16mila euro. Poco più, appena 17mila, gli euro dell’ex segretario cittadino ds Pierfrancesco Majorino. Il più attento ai mercati azionari è il consigliere di Fi Francesco Triscari Binoni: nel nutrito portafoglio titoli, la parte del leone spetta a Unipol con più di 100mila azioni possedute. Basilio Rizzo, invece, ne ha come sempre una di Sea e 100 di Aem. Quantitativi che gli permettono di «occuparsi» con il suo consueto puntiglio delle società partecipate dal Comune. Vincenzo Giudice (Fi), invece, ha 600 azioni Saras, la società di casa Moratti recentemente quotata in Borsa. E l’ex ministro Giancarlo Pagliarini eletto nella Lega, ma passato presto polemicamente al Gruppo misto? Dichiara box e casa a Milano, in Val d’Aosta, a Zoagli e Montecampione, oltre a 150mila euro, una Punto, una Panda e una Saab. Ma per la campagna ha speso appena 560 euro. Il presidente dell’aula Manfredi Palmeri, dichiara poco più di 70mila euro di imponibile e un motorino Liberty Piaggio. Che l’anno prossimo non ci sarà più. Gliel’hanno rubato ieri notte.

Il Comune vuota le tasche. È Milly "la povera"



di GIOVANNI SEU

Il più ricco, ça va sans dire , è Silvio Berlusconi. Nella piazza d'onore, però, non c'è Letizia Moratti ma il consigliere della Lista Ferrante Carlo Montalbetti: il sindaco si colloca "solo" al terzo posto con 183 mila euro. Sempre dalla famiglia Moratti arriva l'altra sorpresa: Milly, capogruppo della Lista Ferrante, è appena terz'ultima con poco più di 16 mila euro. Sono i dati più significativi che emergono dalla lettura delle dichiarazioni dei redditi 2005 dei consiglieri comunali. Per la prima volta sono stati messi a disposizione di tutti i milanesi: basta connettersi con il sito del Comune per scoprire reddito e patrimonio dei nostri rappresentanti. «Questa scelta - ha spiegato il presidente del consiglio Manfredi Palmeri cui si deve il provvedimento trasparenza - è coerente con il nostro obiettivo di rendere non solo pubblici ma anche pubblicizzati e facilmente accessibili i documenti di interesse per i cittadini e per gli utenti di internet». continua...

mercoledì 11 luglio 2007

ATTENTATO A SINDACALISTA MILANO: FAMIGLIA SOTTO PROTEZIONE

(ANSA) - CREMONA, 10 LUG - Giovanni Dioli, il sindacalista dipendente dell'Ortomercato di Milano la cui casa, nel Cremonese, e' stata oggetto di un attentato incendiario, e' ora sotto protezione.
Quando e' successo il fatto l'uomo si trovava al lavoro. E' stata la suocera, che abita al piano di sopra della casa al civico 23 di via Roma, a dare l'allarme e a evitare che l'incendio si propagasse.
Sul caso ora indagano i carabinieri, che seguono la pista dell'avvertimento del crimine organizzato. ''Questo e' solo l'ultimo fatto, quello che ha avuto conseguenze piu' gravi - ha dichiarato Dioli - ma piu' volte la mia auto e' stata danneggiata, i vetri sono stati sfondati e la carrozzeria rigata. L'anno scorso sono stato minacciato di morte davanti a dei testimoni e ho sporto denuncia. Inoltre qualcuno ha chiesto
in giro all'Ortomercato se io abbia o meno figli, chiesto, si intende, in modo che io non potessi non venire a saperlo''. Alle ultime elezioni amministrative di Crema, Dioli era in lizza con la lista civica 'Crema solidale' che si batte contro il lavoro nero, lo sfruttamento della manodopera e per la definizione dei rapporti con cooperative dubbie che operano all'interno dell'ortomercato.

IMMIGRATI: BLITZ CARABINIERI LOMBARDIA, 138 ARRESTI E 369 DENUNCIATI

Milano, 11 lug. - (Adnkronos) - Sono 138 le persone arrestate e 369 quelle denunciate nell'ambito di un'operazione per il contrasto e l'immigrazione clandestina condotta dai carabinieri del Comando regionale Lombardia. Il blitz che ha visto l'impiego di oltre due mila militari ha interessato prevalentemente i campi nomadi e le aree dimesse del capoluogo lombardo e dell'hinterland.
I controlli avvenuti il 9 e 10 luglio scorsi hanno complessivamente permesso di controllare circa 8 mila persone di cui 1.500 stranieri. A finire in manette, per vari reati, sono state 138 persone di cui 97 extracomunitari. Tra gli arrestati anche due cittadini di origine ucraina fermati dai militari di Legnano per il reato di estorsione perpetrato nei confronti sdi altri connazionali.

Legalità, «scricchiola» il Patto coi rom


di Giacomo Susca - mercoledì 11 luglio 2007

Bande di stranieri in lotta per il controllo del territorio, capaci di aprire il fuoco in pieno pomeriggio sulla Varesina, in mezzo alle auto dei pendolari di ritorno a casa. Una notizia che potrebbe bastare a riaprire il dibattito tra gli amministratori in tema di sicurezza e immigrazione. A scatenare una reazione più accesa è però un altro elemento, non proprio marginale: sia le vittime - tre giovani provenienti dalla Romania sia gli aggressori - cinque, sei malviventi albanesi ancora ricercati dalle forze dell’ordine - «proverrebbero dal campo nomadi di via Triboniano». Condizionale di rigore visto che è tuttora in corso una maxi-operazione dell’Arma che sta passando al setaccio l’hinterland e quell’arcipelago della criminalità con base tra il Cimitero Maggiore e la ferrovia. Soltanto un dubbio simile rischia però di mandare per aria i discorsi sull’«accoglienza in cambio di legalità». E con essi il Patto che sancisce il principio che ha ispirato finora la strategia di Palazzo Marino.

Sei mesi fa il vicesindaco Riccardo De Corato e la responsabile delle Politiche sociali presentavano all’assemblea del Triboniano i punti salienti dell’accordo per l’ospitalità. Presenze ridotte del 75 per cento (522 rom romeni e bosniaci muniti di tesserino identificativo), rispetto delle leggi italiane e delle regole di convivenza, obbligo di mandare i propri figli a scuola anziché all’accattonaggio, divieto di «coprire» altre persone venute dall'esterno, contribuire autonomamente alle spese di pubblica utilità (bollette, acqua, raccolta dei rifiuti). I «falchi» provarono a protestare per l’eccessiva severità delle clausole, la maggior parte alla fine firmò pur di ottenere le chiavi di un container con lo stemma del Comune.

Il bilancio del progetto, oggi, è come minimo in chiaroscuro. Se è vero che in zona Certosa i reati sono calati (soprattutto durante il presidio fisso di polizia nel campo), altri episodi hanno messo in crisi il credito di fiducia offerto dal Comune. A marzo il furto di rame appena installato nell’area roulotte (per un danno da 30mila euro), poi l’escalation delle ultime settimane: la guerriglia anti-sgombero, la sassaiola in Centrale per ostacolare l’arresto di uno scippatore, quindi il far west

sulla statale. Tiziana Maiolo, portavoce di Forza Italia in Giunta, trae le conclusioni: «Siamo a un punto di non ritorno. Chi non ha un lavoro se ne deve andare, anche se staziona in un campo “regolare”. Il mestiere dei nomadi lo conosciamo bene, è il furto. L’attacco continuo alla nostra città va fermato». L’assessore Mariolina Moioli, invece, frena: «Manderemo via coloro che compiono i reati e le famiglie al seguito, ma solo nel momento in cui siamo sicuri della loro colpevolezza. La Maiolo - precisa - dopotutto non fa che riportare il contenuto della Direttiva europea che entra in vigore domani (oggi, ndr). Ma è un discorso già fatto con vicesindaco e prefetto. Quando avremo conferma dalle autorità competenti provvederemo all’immediata espulsione dei responsabili in tutti i casi di violazione del Patto».

Leonka, no all’accordo «Avanti con lo sfratto»


di Redazione - mercoledì 11 luglio 2007

Domani scade l’ultimatum del Comune di Milano al Leoncavallo. In mancanza di un accordo dell’ultimo minuto, il centro sociale sarà sfrattato dall’edificio di via Watteau. Nessun dubbio per l’assessore comunale alla Salute Carla De Albertis: lo sgombero si deve fare. «Non ci deve essere alcun atto politico del Comune di Milano - afferma -. Il Leonka è nell’illegalità da oltre trent’anni, è un buco nero nella storia della nostra città, non un fiore all’occhiello».

Quello di domani potrebbe l’undicesimo sfratto vissuto dallo storico centro sociale. Che potrebbe essere salvato solo da un accordo sulla nuova destinazione d’uso. «In giunta - continua l’assessore - io non voterò mai qualcosa a favore del Leoncavallo: prima “i soliti bravi ragazzi“ del centro sociale dovranno scontare tre decenni di buona condotta». Prosegue la De Albertis: «Chiedo che il Comune di Milano non si pieghi a questa assurda richiesta di accordo che accontenta tutti: domani deve essere la data ultima dello sfratto più volte rimandato e ormai quasi sbeffeggiato dai compagni».

Da parte loro, i responsabili del centro sociale hanno rivolto un appello a Provincia e Comune affinché sblocchino la situazione. «Quello che chiediamo - spiegano - è un passo avanti perché tutto è pronto per chiudere la vertenza». La paura è che si ripeta l’esperienza del 1997 quando «c’era la disponibilità della fondazione Cariplo, ma tutto fu bloccato dal veto di An».

Via al termovalorizzatore, ma Opera si rifiuta


di Redazione - mercoledì 11 luglio 2007

Cittadini che rifiutano un servizio di pulizia totalmente gratuito: sembra una barzelletta, eppure è la triste verità. «Solamente il 40 per cento degli edifici della zona compresa tra le Colonne di San Lorenzo, via Vetere e la ripa di Porta Ticinese - afferma uno sconsolato Maurizio Cadeo, assessore al Decoro e all’Arredo Urbano del Comune - ha accordato il permesso ad Amsa di ripulire gratuitamente le facciate dei propri edifici».

Nel giorno del compleanno dell’amministrazione Moratti, per voce dello stesso sindaco erano giunte delle critiche sullo stato di pulizia della città: insieme al problema dei nomadi costituivano la nota dolente dei primi 365 giorni di lavoro. «La campagna “I lav Milan“ ha visto, per la prima volta, la pulizia dai graffiti di 6mila stabili a spese delle casse pubbliche. Abbiamo anche permesso già a un terzo dei milanesi di non spostare più la macchina per il lavaggio della strada e pulito 700 km in più di marciapiedi», aveva risposto Cadeo alle critiche della Moratti. Ora, l’assessore ribatte: «A fronte di migliaia di palazzine ripulite in maniera totalmente gratutita nel primo anno di amministrazione, solamente il 20 per cento ha deciso di sottoscrivere un abbonamento a un servizio completo e continuativo di pulizia delle facciate delle case». Mancanza di senso civico da parte dei milanesi o cos’altro? «Resta il fatto di come sia inconcepibile pensare che nella nostra città c’è chi rifiuta un servizio di pulizia completamente gratuito». E avanti di questo passo la soluzione è drastica ma obbligata. «Mi vedrò costretto - conclude l’assessore Cadeo - a chiedere al sindaco di obbligare gli abitanti ad una pulizia delle facciate delle proprie case in maniera continuativa, come fanno nelle altre grandi città europee».

Ticket, 60 giorni per il verdetto dei milanesi


di Chiara Campo - mercoledì 11 luglio 2007

Ticket, 60 giorni per il verdetto dei milanesi


di Chiara Campo - mercoledì 11 luglio 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota1 2 3 4 5 Risultato
Il ticket piacerà ai milanesi? Presto per dirlo. I primi pareri lasciano ben sperare. «Li raccogliamo da qualche giorno, per ora sono abbastanza favorevoli. Ma tutti chiedono il potenziamento dei mezzi, qualcuno pretende che paghino anche i politici, senza privilegi». Prime impressioni, raccolte dal presidente dell’Associazione consumatori di Milano Alessandro Miano, sul ticket antismog nella Cerchia dei Bastioni che lunedì ha ottenuto il via libera della Cdl. Il provvedimento scatterà dall’autunno, per questo secondo Miano è probabile che «i milanesi lo vedano ancora lontano e questo al momento influisca sul giudizio». Ma hanno tempo fino al 3 settembre per chiarirsi le idee e presentare segnalazioni e suggerimenti: l’associazione consumatori le raccoglierà infatti allo 02-36599999, ma si possono spedire anche all’indirizzo e-mail info@assoconsumatorimilano.it o a quello postale: piazzale Brescia 6, 20149 Milano. «Con i pareri dei cittadini - spiega Miano - elaboreremo un dossier da consegnare al sindaco Letizia Moratti». Il timore dei paladini dei consumatori è che l’aumento dei mezzi pubblici contestualmente al pedaggio d’ingresso sia solo sbandierato: «Lunedì è entrato in vigore l’orario estivo dell’Atm - fa un esempio Miano -, ma dalle prime rilevazioni si nota che su tre vetture annunciate sul sito internet dell’azienda in realtà passano mediamente due mezzi. Non vorremmo che succedesse lo stesso quando scatterà il ticket..».

Il pedaggio, denuncia invece il direttore dell’Osservatorio di Milano, Massimo Todisco, «serve solo a coprire i buchi del bilancio comunale. Quando la decisione della maggioranza si tradurrà in delibererà presenteremo ricorso al Tar: il Comune non può introdurre tasse o tributi nuovi su una materia per cui non esiste ancora una legge dello Stato».

Dubbiosa anche Assoedilizia, a cui il ticket piace in teoria, un po’ meno in pratica. Il presidente Achille Colombo Clerici puntualizza che l’associazione, «pur favorevole alla tariffa» non condivide la scelta di applicarla solo entro i Bastioni e facendola pagare anche ai residenti, seppure con abbonamenti. Così concepita «finirà per penalizzare in modo discriminatorio chi vive nella Cerchia, perché dovrà sostenere un canone per raggiungere casa. Ma anche chi si recherà in visita ad un residente dovrà pagare un pedaggio a ogni singolo ingresso». Secondo Assoedilizia, «il ticket andrebbe applicato su tutto il territorio comunale e a tutti». Il direttivo cittadino della Lega, che ha espresso «forti perplessità sul ticket», incontrerà oggi alle 16 in piazza Beccaria l’assessore alla Mobilità Edoardo Croci.

martedì 10 luglio 2007

Immigrazione: sicurezza e tolleranza


di Antonio Maglietta - 10 luglio 2007

Sappiamo che i forti flussi migratori, che registriamo oramai da qualche anno anche verso il nostro Paese, rappresentano la seconda tappa di un processo, la globalizzazione, che all'inizio ha interessato soprattutto il campo economico. Lunedì scorso, dalle colonne del quotidiano francese Le Figaro, il Segretario generale dell'Onu, nel giorno in cui a Bruxelles si è riunito il Forum mondiale sulle migrazioni e lo sviluppo (con la partecipazione di circa 800 delegati di oltre 140 paesi), ha lanciato un appello per fare delle migrazioni un fattore di sviluppo. Nell'occasione Ban Ki-moon ha bacchettato i governi nazionali rei, a suo avviso, di lentezza nell'adattamento al fenomeno, da lui stesso definito, l'età della mobilità; una lentezza che, secondo il segretario generale dell'Onu, ha portato ad una rapida espansione dell'immigrazione illegale, a tensioni sociali, a pratiche discriminatorie, a perdita di fiducia nei governi e al rafforzamento delle associazioni a delinquere. Secondo Ban Ki-moon «Non possiamo nascondere il fatto che le migrazioni possono anche avere conseguenze negative ma il forum mondiale sulle migrazioni offre l'occasione per far fronte a tali conseguenze a livello globale, per consentire sia ai paesi in via di sviluppo che a quelli industrializzati di trarre tutti i vantaggi portati dalle migrazioni. I mezzi per ottenerli sono quelli che determinano la nostra appartenenza comune all'umanità: tolleranza, accettazione sociale, istruzione e un'apertura reciproca alle differenze culturali».

Le Nazioni Unite stimano che siano 191 milioni i migranti nel mondo, cifra simile a quella registrata all'inizio del secolo precedente. E' importante sottolineare, però, che i flussi migratori oggi avvengano in un contesto ben diverso di quello registrato nel secolo precedente. La minaccia del terrorismo internazionale oramai interessa ogni angolo del pianeta e la salvaguardia della sicurezza nazionale è diventato il primo punto nell'agenda dei governi nazionali. Ad esempio in Australia ci saranno controlli più dettagliati su coloro che chiederanno un visto grazie a una nuova tecnologia messa a punto dall'Asio (i servizi di sicurezza australiani). Lo ha reso noto, sempre lunedì, il quotidiano australiano The Australian. I legami emersi tra alcuni residenti in Australia e i falliti attentati di Londra e Glasgow hanno sollecitato il governo del premier Howard a introdurre un nuovo sistema di controllo delle frontiere, che entrerà in funzione a settembre. Il varo del nuovo sistema, che renderà noti maggiori particolari sulle persone che faranno richiesta di un visto d'ingresso, era stato inizialmente previsto per ottobre, ma il governo ha preferito accelerare i tempi per renderlo operativo prima della conferenza dell'Apec (Asia-Pacific Economic Corporation) prevista a Sydney, alla quale parteciperanno, tra gli altri, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e il suo omologo russo Vladimir Putin. Il premier John Howard ha dichiarato che il nuovo sistema, costato più di 30 milioni di euro, permetterà all'Asio, e al Dipartimento dell'immigrazione australiano, di integrare database differenti e di estendere i controlli a spostamenti, dettagli finanziari e comportamentali dei richiedenti. «L'uso di un software altamente sofisticato ci darà l'opportunità di conoscere maggiori dettagli sulle persone che chiederanno di entrare in Australia - ha detto Howard - e ci consentirà anche di avere maggiori informazioni su chi si trova già nel Paese». Il leader dell'opposizione, Kevin Rudd, associandosi all'iniziativa, ha detto che il Labour sostiene «qualsiasi misura adottata per accrescere la sicurezza nazionale».

Nel Vecchio Continente invece, secondo quanto riportato lunedì dal quotidiano The Guardian, il segretario generale dell'Interpol, Ronald Noble, ha accusato il premier britannico, Gordon Brown, di non avere dato attuazione ai suoi propositi di una maggiore condivisione delle informazioni sui sospetti terroristi nel Regno Unito. «I cittadini britannici potrebbero rimanere sorpresi se sapessero che la lista annunciata dal primo ministro la scorsa settimana non è stata inviata all'Interpol», ha sottolineato il capo dell'Agenzia. Noble ha spiegato che l'Interpol è in possesso di «numeri di passaporti, impronte digitali e fotografie di oltre 11.000 sospetti terroristi».

Insomma, le notizie provenienti da ogni latitudine del globo terrestre indicano che gli stati nazionali, per far fronte alle minacce provenienti dal terrorismo internazionale, farebbero bene a predisporre un sistema di identificazione e controllo a maglie strette degli immigrati che entrano nel loro territorio. Ma è chiaro che questa non è la bacchetta magica che risolve il problema legato alla salvaguardia della sicurezza nazionale. L'iniziativa va inquadrata, invece, nell'ottica di uno strumento utile per abbassare il grado di vulnerabilità dell'apparato di sicurezza nazionale e, conseguentemente, diminuire le possibilità di attacco da parte dei terroristi.

La sfida che attende i governi nazionali nella regolamentazione del fenomeno dell'immigrazione, quindi, è quella di conciliare il più possibile la sicurezza nazionale, minacciata dal terrorismo internazionale ma anche, più in generale, dal crimine organizzato, con la tolleranza, l'accettazione sociale, l'istruzione e un'apertura reciproca alle differenze culturali. Una sfida difficile e piena di insidie che non può prescindere dalla salvaguardia dell'identità culturale delle realtà nazionali e dalle istanze dei cittadini che chiedono, a gran voce, maggiore sicurezza.


I varchi fissati alla Cerchia dei Navigli. Saranno esentati moto, mezzi a gpl, metano, elettrici, a benzina euro 3 e 4 e diesel con il «fap» Smog, via al ticket per 45mila veicoli Si parte in autunno e si pagherà fino a 10 euro. Previsti un incasso di 40milioni l’anno e la riduzione del 50% del Pm10

di Chiara Campo - martedì 10 luglio 2007

La data non c’è. Onde evitare polemiche se il via dovesse slittare di qualche giorno - anche perché al momento sono stati piazzati solo due varchi elettronici su quarantatré -, il Comune per ora preferisce stare sul vago. Ma il ticket d’ingresso in città - o pollution charge, come preferiscono chiamarla i tecnici - partirà in autunno, ormai non si scappa. Il vertice tra sindaco e Cdl ieri pomeriggio a Palazzo Marino ha confermato che sul provvedimento non ci sono dietrofront: pronti a partire, casomai potrebbe essere presa in considerazione una pausa per le feste natalizie in modo da non penalizzare troppo i commercianti. Se per qualche ragione si dovesse andare troppo oltre il 15 ottobre, il vicesindaco Riccardo De Corato spiega che «a quel punto sarebbe meglio partire il primo gennaio».

Per entrare nella Cerchia dei Bastioni si pagherà dal lunedì al venerdì (...)


«Il decreto Bersani mette a rischio i giovani artigiani»

di Redazione - martedì 10 luglio 2007

L’artigianato è un settore importante che va tutelato.

«Le liberalizzazioni introdotte dal ministro Bersani e gli studi di settore, sono due fattori che mettono a rischio il futuro degli acconciatori e in generale dei giovani artigiani». Lo ha detto il vicesindaco Riccardo De Corato nel corso della premiazione degli allievi dell’Espam, l’ente Scuola professionale acconciatori misti. «Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro - ha proseguito De Corato - è da sempre una fase delicata e oggi è resa ancor più difficile dalle riforme che questo governo sta attuando per alcune categorie. Anche per i parrucchieri sono arrivate le liberalizzazioni, che non solo non risolvono i problemi del libero mercato del nostro Paese, ma rischiano di danneggiare molte categorie di lavoratori».

Poi, il vicesindaco passa all’attacco degli studi di settore, giudicati una spada di Damocle per gli autonomi «il cui unico risultato è quello di tenere sulla graticola chi oggi intraprende un’attività, chiedendo giustificazioni, chiarimenti e documentazioni se il reddito non rientra dentro certi standard».


I commercianti presentano il conto al governo

di Redazione - martedì 10 luglio 2007

Un patto per la città. Sicurezza, ambiente, mobilità, sviluppo economico e sociale i primi punti all’ordine del giorno. Con particolare attenzione all’Expo del 2015, il volano che può lanciare l’immagine della città. Un patto da siglare tra i rappresentanti delle istituzioni e le associazioni di categoria del terziario, per costruire il futuro di Milano. Per difendere e rafforzare un settore importante per l’economia e per la sicurezza della città. Sì, perché un negozio o un bar sono anche presidi di sicurezza. Dove si abbassano le saracinesche emerge la criminalità. Dove è più lunga la sopravvivenza delle imprese, da Piazza del Duomo a Brera, da Piazza San Babila a Porta Venezia, aumenta la sicurezza per le strade. In tutta la fascia periferica, quella esterna alla circonvallazione 90 e 91, diminuiscono le attività commerciali e si sviluppa la criminalità.

Questo è il cuore della proposta avanzata, durante l’assemblea pubblica dell’Unione del Commercio, dal suo presidente Carlo Sangalli. Presenti all’assemblea tutti i rappresentanti delle istituzioni locali, il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Regione Roberto Formigoni e il presidente della Provincia Filippo Penati. Dalle istituzioni arriva appoggio totale all’iniziativa, ma arrivano anche pesanti bordate al Governo nazionale.

Il primo a indirizzare critiche a Roma è stato il padrone di casa. «Ci vuole più buona politica - ha detto Carlo Sangalli - il pubblico deve fare meno e meglio. Milano ha un ruolo di primo piano, produciamo il 10 per cento della ricchezza nazionale». Ma Sangalli si toglie un sassolino dalla scarpa anche con il sindaco: «Non basta l’introduzione di una tassa per limitare il traffico. Siamo pronti a lavorare su proposte condivise di un modo di consegna alternativo. Purtroppo le merci non si trasportano con la metropolitana».

«I commercianti sono l’anima di Milano» ha risposto la Moratti, accogliendo con entusiasmo la proposta dell’Unione del Commercio, «Il patto per le istituzioni deve essere fatto - ha continuato la Moratti - io sono a vostra disposizione, perché abbiate nel Comune il terminale per fare arrivare al Governo le vostre istanze». Il sindaco ha proseguito chiedendo più impegno da parte delle istituzioni nazionali per la sua città. «Il Dpef approvato dal governo è un documento vago che non affronta tanti temi e non dà risposte ai Comuni - ha detto il primo cittadino- Milano ha l’esigenza di contare di più rispetto a tutto quello che manda a Roma. Noi contribuiamo per 6 miliardi di euro di tasse e riceviamo solo 800 milioni di euro di finanziamento». Solo sull’Esposizione Universale il sindaco promuove il Governo: «Su questo tema c’è stata una grande collaborazione tra Governo e istituzioni locali».

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della regione Roberto Formigoni. «Questo patto è innovativo. Basta con la concertazione che a livello nazionale riguarda solo taluni: al tavolo si siedono in tre, Governo, Confindustria e sindacati ed è tutto finito - ha detto Formigoni - la logica è quella di un Patto che metta tutti attorno a un tavolo e tutti sullo stesso piano».

Partecipazione all’iniziativa anche dal Presidente del Consiglio regionale: «Ho confermato al presidente Sangalli - ha detto Ettore Albertoni - la più grande attenzione del Consiglio che è impegnato nella stesura del nuovo Statuto di Autonomia. Solo la città metropolitana resta un fantasma giuridico ma, come dimostrano i lavori di oggi, resta una grande realtà culturale».


Al Nord non serve il "centurione" Veltroni di MASSIMO ZANELLO*
In questi giorni si è fatto un gran parlare di Walter Veltroni candidato alla guida del partito democratico. Al Nord la notizia è soprattutto arrivata perché lui, Veltroni, il sindaco di Roma, faccia da bravo ragazzo e un'idea per tutte le stagioni, è dovuto venire fino a Torino per reclamarne la leadership. Un gesto simbolico di chi ha capito che senza il Nord, senza il suo appoggio, non si va da nessuna parte. Non ci va il paese figuriamoci la sinistra. E Veltroni ha stampato in fronte i numeri delle ultime amministrative di maggio: un massacro per il Governo. Lo sanno i vertici dell'Ulivo che ora hanno deciso di giocarsi la carta dell'uomo del Campidoglio. Di spedire l'imperatore romano di turno al di là del Po. Per tentare di colmare quel distacco ormai antropologico tra i territori padani e il Governo centrale. continua...

lunedì 9 luglio 2007

De Corato: «I parchi non sono zone franche»



di Redazione - lunedì 09 luglio 2007

È scattato ieri il piano di presidio delle forze dell’ordine in tre grandi parchi della periferia di Milano. Dieci vigili e dieci poliziotti al parco Cassinis - teatro degli scontri tra vigili e peruviani una settimana fa -, dieci carabinieri al parco Trenno e dieci poliziotti al parco Galli hanno costantemente vigilato durante l’intera giornata: una domenica tranquilla, il responso finale. «Così come abbiamo fatto alle Colonne di San Lorenzo - ha spiegato il vicesindaco De Corato in visita al parco Cassinis -, dove i problemi erano creati dai milanesi, in Brera, sui Navigli e a Chinatown l’intervento massiccio della polizia è l’unica maniera per riportare la legalità: non possono esserci zone franche».

Apprezzamenti sono giunti anche da sinistra.

Da San Cristoforo a Buccinasco decine di accampamenti. La Moioli: «La famiglia del baby borseggiatore fermato in Centrale? Verrà espulsa» Allarme rom,


di Redazione - lunedì 09 luglio 2007

Vivono in casolari abbandonati perfettamente mimetizzati dai muri e dalla vegetazione lungo il Naviglio grande, nel tratto compreso fra la chiesa di San Cristoforo e Corsico. Sono i rom sgomberati dai campi maggiori della città. Hanno creato una favela «invisibile» che si estende fino a lambire via Gonin, Lorenteggio e viale Cassala. Strade percorse ogni giorno da decine di migliaia di automobilisti che ignorano la presenza della baraccopoli. I residenti della zona cominciano, però, ad avere paura. Troppo frequenti, spiegano, sono gli episodi di violenza e prepotenza.

«Siamo preoccupati - dice il parroco di San Cristoforo -, anche la chiesa è stata presa di mira». Intanto, sembra che il giovane rom fermato dopo la sassaiola contro i carabinieri in stazione Centrale viva nel campo di via Barzaghi. «Se il patto è stato davvero infranto - promette l’assessore ai Servizi sociali, Mariolina Moioli -, il ragazzo andrà via con la famiglia».

Ecco la baraccopoli dove si nascondono i rom


di Daniela Uva - lunedì 09 luglio 2007

Via Lodovico il Moro, nel tratto compreso fra la chiesa di San Cristoforo e Corsico: case basse, verde e la tranquillità tipica dei vecchi borghi popolari. La pista ciclabile, sulla sponda destra del naviglio, è un via vai di bici e mamme con i passeggini. Appena dietro i cespugli e il muro della ferrovia, al riparo dallo sguardo dei passanti, sorge la città nascosta. Decine di baracche solo in apparenza disabitate. A testimoniare il passaggio di persone sono le reti, divelte negli angoli, e i cumuli di rifiuti abbandonati.

Qui si nascondono gli zingari sgomberati dai grandi campi della città. Hanno occupato casolari diroccati e con le finestre sigillate dai mattoni, trasformandoli nelle proprie roulotte. La loro presenza è sconosciuta alla maggior parte dei milanesi, ma è diventata un problema per gli abitanti della zona, che lamentano violenze e soprusi quotidiani.

La favela che non ti aspetti si estende lungo il Naviglio grande, fino a lambire via Gonin, Lorenteggio e la circonvallazione. Sono decine di migliaia gli automobilisti che ogni giorno percorrono quelle strade. In pochi si accorgono della presenza degli zingari. Per capire cosa succede al di là dei muri e dei cancelli, bisogna salire in alto.

Per esempio sul ponte Giordani, il nuovo cavalcavia che collega via Gonin con Buccinasco. Appena sotto c’è un vecchio edificio abbandonato. Il cortile è una discarica, piena di materassi, vestiti e giochi per i bambini. Le finestre sono sigillate, ma una piccola apertura - creata per far passare l’aria - svela la cucina, arredata e piena di provviste. Il cancello è chiuso con una catena, ma dall’altra parte un uomo e una donna prendono aria sotto un albero. Poco distante c’è un palazzo semi demolito. Per molto tempo è stato il rifugio di decine di rom. Ai suoi piedi sorge una vecchia casetta. Ci vive una famiglia di zingari. Otilia, non avrà più di 15 anni, spiega: «Abito qui da tanto con mio padre e i miei tre fratelli. Qui intorno ci sono tante baracche. Qualche giorno fa una di queste è stata distrutta da un incendio».

Dal cavalcavia ferroviario di viale Cassala si scorge un altro angolo della favela. Anche qui vecchie case fatiscenti ospitano decine di rom. In cortile hanno tutto l’occorrente per vivere: frigoriferi, tavoli, sedie e stendipanni. E sempre in viale Cassala, al di là di un ponte che attraversa il cavalcavia, le sponde del Lambro sono diventate un altro piccolo accampamento. Qui i rom vivono indisturbati fra la vegetazione, utilizzando il corso d’acqua per rinfrescarsi e lavare i panni.

Strutture come questa sorgono un po’ ovunque nella zona. Nelle vicinanze del circolo Canottieri, della chiesa di San Cristoforo e della residenza per anziani Il Naviglio. Al di là di un cancello, sono decine i materassi e i teloni ammassati. Segno che alcuni rom non sono stabili. Depositano i propri oggetti in attesa di trovare un posto nel quale insediarsi. Qualche volta qualcuna di queste strutture finisce bruciata o distrutta. Ma per i nomadi della metropoli non è un problema. Perché, conclude scoraggiato un residente: «Abbandonato un accampamento, sono subito pronti a crearne un altro».

sabato 7 luglio 2007

Giù le mani dalla Bossi-Fini


di Antonio Maglietta - 7 luglio 2007

Il Consiglio dei Ministri del 28 giungo scorso ha approvato, su proposta del ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, un disegno di legge che conferisce al Governo la delega a modificare il testo unico sull'immigrazione. Il disegno di legge, approvato in via definitiva (il 24 aprile era stato approvato in via preliminare), ha ricevuto il parere della Conferenza unificata (Repertorio atti n. 47 del 14 giugno 2007) e verrà ora trasmesso al Parlamento. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ad eccezione delle Regioni Lombardia, Veneto, Molise e Sicilia (tutte governate dalla CdL), che hanno espresso parere negativo, ha valutato positivamente il testo del ddl Amato-Ferrero.

Tuttavia il Governo, in sede di Conferenza unificata, pur giocando tra mura tendenzialmente «amiche», ha dovuto incassare qualche critica piuttosto pesante sul tema dei trasferimenti governativi alle Amministrazioni locali. Infatti il rappresentante dell'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani: Presidente Leonardo Domenici - sindaco di Firenze e noto esponente dei Ds), in un documento di osservazioni concordato con l'UPI (Unione delle Province Italiane: presidente Fabio Melilli - presidente della provincia di Rieti ed esponente della Margherita), ha evidenziato forti preoccupazioni, in relazione alle diverse competenze aggiuntive per le Amministrazioni locali, a partire dal sostegno alle politiche abitative, all'integrazione scolastica e sociale, ai servizi di orientamento lavorativo, che necessiterebbero, a loro avviso, di un potenziamento e di un incremento di risorse, ed ha sottolineato come, a fronte di nuove competenze per i Comuni, le risorse non siano state parimenti trasferite. Insomma, seppur in maniera velata, gli amici del governo hanno battuto cassa e le richieste di avere più soldi non le hanno certo mandate a dire.

Il ministro Ferrero ostenta comunque sicurezza, ed alle critiche che da più parti si levano, rispetto ad un testo che definire pura demagogia è dir poco, reagisce a muso duro: «La destra continua ad attaccare la nuova legge sull'immigrazione, facendo ricorso ad ogni falsità e alla peggiore demagogia. Così si accusa il sistema dello sponsor che rappresenta, invece, un passo in avanti sul terreno della regolarizzazione del fenomeno migratorio». Tuttavia nessuno ancora sembra aver capito su cosa fondi tutta questa sicurezza. Sappiamo che uno dei punti più controversi riguarda proprio la demagogica novità difesa a spada tratta da Ferrero e cioè la possibilità, per l'immigrato che decide di venire in Italia per motivi di lavoro, di poter entrare nel nostro Paese senza avere un pregresso contratto di lavoro alle spalle e con la sola garanzia dello sponsor.

Il punto cruciale è che la figura dello sponsor potrebbe essere ricoperta anche da associazioni professionali o imprenditoriali. Il rischio è che organizzazioni criminali, attraverso l'uso di semplici prestanome, usino il novello istituto della sponsorizzazione per dare una parvenza di legalità a quella che, tuttavia, continuerebbe ad essere una tratta di nuovi-schiavi e, soprattutto, per «pulire» il denaro sporco frutto della stessa tratta o di altre attività illecite. Infatti molte volte «i viaggi della speranza» prevedono un doppio trasporto: persone e armi, persone e droga oppure tutto insieme. Insomma, è bene tenere presente che la tratta dei clandestini spesso si intreccia con il traffico di droga e con quello delle armi. Allora il problema di come porsi dinanzi al fenomeno dell'immigrazione clandestina andrebbe visto in un'ottica più ampia di quella a «compartimento stagno ideologico» del Ministro della solidarietà sociale. Contrastare il fenomeno dei clandestini significa combattere anche altri fenomeni illeciti ed è in questa «ampia visione» che dovrebbe legiferare il Legislatore.

Insomma, non si può partire dall'assurdo assunto che, dato che l'immigrazione clandestina è un fenomeno inarrestabile, allora occorre trovare delle forme di legalizzazione della stessa attraverso l'introduzione nel nostro ordinamento di istituti privi di controlli rigidi nella fase dell'ingresso dello straniero sul territorio nazionale. In questo caso siamo anche oltre al «porte aperte per tutti» ed alla legalizzazione della tratta dei clandestini. Forse non è chiaro, o almeno non lo è per Ferrero e per tutti gli esponenti ed i sostenitori in Parlamento del governo Prodi, che si sta configurando un rischio enorme. Lo Stato italiano rischia, seppur involontariamente, di fornire strumenti perfettamente leciti alle organizzazioni criminali per «riciclare denaro sporco» frutto di chissà quale attività illecita. Ferrero se lo pone o no questo problema? E il neo messia Walter Veltroni...?